lunedì 28 aprile 2008

DISLESSIA METODO DI RECUPERO - 8^ tappa

ATTIVITA’ DI APRILE

SCUOLA E DISLESSIA: SONO PASSATI OTTO MESI

8^ e ultima fase


Insisto come sempre per l'applicazione della metodologia applicata in precedenza: non sottolineare l'errore, ma solo il successo. Quando il bambino sbaglia si può fargli ripetere (subito o in un secondo momento) quello che non ha raggiunto.

Ormai il bambino legge con una certa sicurezza parole bisillabe e trisillabe semplici.

Si tratta ora di percorrere gli ultimi ostacoli: le sillabe che vedono vicine la doppia consonante o la doppia vocale.

Come sempre l’inizio è solo orale: si dirà una parola per volta (TUONO – COSTA – MERLO – ECC.): l’adulto scandirà oralmente la parola staccando le varie parti (TU – O – NO), parola che il bambino dovrà ripetere “intera” (si potrà giocare dicendo al bambino di “incollare le paroline indisciplinate”!).

La parola in questione verrà quindi scandita con la consueta battuta consonante/vocale.


“Raccolte” cinque o sei parole si passerà alla dettatura/scrittura delle parole singole.

Questo esercizio potrà, come sempre, essere fatto anche a scuola con l’intera classe, con l’innegabile vantaggio non solo di far sentire “uguale agli altri” il bambino dislessico, ma di rinsaldare incertezze che fossero comunque ancora presenti anche nei compagni.

Per ripetere l’esercizio senza annoiare il bambino e per rinsaldare la sua attenzione si potrà anche inventare una storiella, per esempio: “Sull’albero del giardino della scuola cinguetta un merlo. Quando arriva la pioggia e un forte tuono, il merlo scappa via”, o altre simili che possano eventualmente essere anche disegnate o rappresentate se lo si ritiene opportuno (attività quest’ultima nella quale i bambini si divertono molto). In questa frase esemplificativa sono presenti numerose parole con la difficoltà indicata.

Una volta scandita con la battuta di cui sopra, quindi disegnata e/o rappresentata, la frase potrà essere dettata lentamente e con una chiara scansione delle difficoltà.

Si procederà quindi alla lettura di un breve facile e breve testo del libro di lettura, ponendo, ove necessario, particolare attenzione alle parole in questione. Se il bambino ha difficoltà a distinguere la sillaba “difficile” si procede subito alla breve “battuta” (v. sopra) della stessa.

Anche in queste attività l’applicazione richiesta non dovrà eccedere i 20 minuti suddivisi in modo congruo tra le attività sopra descritte.

Come sempre il successo verrà dalla continuità dell’esercitazione!



Il metodo è ora completato. Per il bambino dislessico, come per tutti gli altri, è necessario conservare l'abilità acquisita tramite un costante esercizio, soprattutto di lettura.
Il bambino dislessico farà fatica a leggere scorrevolmente per qualche anno ancora, ma alla fine del ciclo elementare sarà del tutto a pari degli altri: l'importante è che conservi sempre fiducia nelle proprie possibilità di superamento e che assuma la responsabilità della lettura quotidiana!

giovedì 6 marzo 2008

DISLESSIA METODO DI RECUPERO - 7^ tappa

ATTIVITA’ DI MARZO

SCUOLA E DISLESSIA: quasi alla mèta

7^ fase

Ora si tratta di proseguire. La lettura è sempre molto lenta, ma gli errori tendono a diminuire. Siamo arrivati alla individuazione delle sillabe in parole "lunghe".

Insisto sempre per l'applicazione della metodologia applicata in precedenza: non sottolineare l'errore, ma solo il successo. Quando il bambino sbaglia si può fargli ripetere (subito o in un secondo momento) quello che non ha raggiunto.

Se l'esercizio è regolare, quotidiano (condizione indispensabile), fondato sul convincimento e non sulla forzatura, il successo è assicurato.

Nella scheda che segue si invita il bambino a cercare (sul libro di lettura o su altro libro scritto in caratteri di grandezza corrispondente) sillabe formate da una consonante e una vocale inserite in parole bisillabe e trisillabe, a cerchiarle con un colore e quindi a leggerle.

Il bambino, per migliorare la propria disponibilità, potrà anche, se lo desidera, scegliere di cerchiare in colori diversi le sillabe con le vocali diverse.


Nella seconda scheda indico delle possibili frasi da dettare al bambino (non più di due, tre per volta). Gratificare sempre i successi!


AD APRILE, CON L'ULTIMA FASE, POTRà DIRSI CONCLUSO l'ITER DI RECUPERO




sabato 2 febbraio 2008

DISLESSIA METODO DI RECUPERO 6^ tappa

ATTIVITA’ DI FEBBRAIO

SCUOLA E DISLESSIA: ESSERE DETERMINATI

6^ fase

Ancora non è il momento di abbandonare gli esercizi specifici qui suggeriti, ma di proseguire con fiducia nell’itinerario indicato. Quando l’obiettivo sarà raggiunto compiutamente (e ormai manca poco) ci si accorgerà che non è stato poi troppo gravoso applicarsi nel seguire il bambino, almeno leggendo quanto scrive Ugo Pirro della sua esperienza di padre, che riporto in calce. Il metodo che io suggerisco in questa sede è stato da me applicato con successo fin dal 1985!

Ora il bambino, che ha eseguito le fasi precedenti senza fretta e soprattutto senza ansia, può leggere delle semplici frasi, scritte tutte in stampatello maiuscolo, ma organizzate normalmente in orizzontale.

Se si vede che egli non riesce ancora a distinguere bene le sillabe, le si possono evidenziare tracciando intorno a ciascuna di esse un circoletto, magari con colori diversi e facendosi aiutare da lui stesso.

Le stesse frasi o/e altre simili potrà poi scriverle sotto dettatura.

E’necessario che nello scrivere il bambino usi ancora lo stampatello maiuscolo. Peraltro anche altri compagni lo usano ancora in classe in alcune circostanze e quindi non ci sono motivi di discriminazione.

Attenersi strettamente alle norme di comportamento ampiamente descritte nelle fasi precedenti, in particolare a quella di non dar mai peso agli errori: non occorre sottolineare l'errore, basta ripetere. Invece gratificare i successi!

Non mi stancherò mai di ripetere che la richiesta di sforzo al bambino in difficoltà (qualunque sia la difficoltà che un qualsivoglia bambino incontra) è indispensabile che sia calibrata, estremamente attenta e sensibile - ma anche decisa e fiduciosa - in modo da consentirgli di sentirsi adeguato e di trarre dal raggiungimento dell’obiettivo un’occasione di autostima.

Per aiutarsi a convincerlo si possono assegnare dei “punti” ad ogni frase letta/scritta bene, anche se lentamente. Non occorre abbinare al punteggio raggiunto dei premi, in quanto il bambino si contenta già “di aver fatto tanti punti” e di sentirsi “bravo”.

Considero diseducativo premiare quanto il bambino fa per sé, proprio perché in questo modo crederebbe di sforzarsi a vantaggio di altri (anche se della mamma o papà) e non imparerà a “fare per se stesso”.

Scrive Ugo Pirro:

“....Mano mano che procedevo.., la dislessia diventava un albero dalle lunghe e tortuose radici, che non potevano essere estirpate senza una lunga pazienza e mai completa­mente.

La conoscenza che acquisivo allarmava proprio perché confermava quelle oscure paure che avevo accumulato.

E non mi dava alcun sollievo scoprire che era un disturbo assai più diffuso di quanto mai avessi supposto. Come spiegare allora che non erano reperibili testi di divulgazione, guide per i genitori e gli insegnanti, ricer­che condotte nelle scuole italiane?

Per quante indagini facessi, restai a mani vuote. Tanto disinteresse, quel silenzio dei libri non stava certo a signi­ficare che nel nostro paese i dislessici erano rari, indica­vano piuttosto una sordità, un'indifferenza degli ambien­ti scientifici. Così solo si spiegava l'indifferenza della scuola di Umberto, l'assenza di ogni iniziativa pubblica. L'unico segno di interesse era appunto quel libro esposto nella bacheca della clinica. Più, insomma, leggevo, cercavo di informarmi, più io e Umberto eravamo soli con­tro tutti...

Umberto non poteva essere il solo dislessico esistente in Italia e dunque chissà quanti altri, al pari di me e di Umberto, combattevano senza speranza, senza capire, senza protestare, senza pretendere aiuti, rassegnati e colpevoli per quella loro rassegnazione che condannava i figli al semianalfabetismo, a ogni sorta di disturbo comportamentale...

... Soltanto in Italia avere un figlio dislessico è una tragedia senza qualità che si rap­presenta davanti all'indifferenza della scuola, degli istitu­ti scientifici, delle istituzioni pubbliche.

... non sapevo a chi rivolgermi per guarirlo e aiutarlo, dal momento che negli anni della scolarizzazio­ne di massa la scuola si dedicava soltanto a quei figli, a quei piccoli cittadini che .. distinguevano il tempo dallo spazio senza errori, confusioni e omissioni, che si orientavano nell'universo avvicinabile con la stessa facili­tà con la quale gli uccelli migratori volano seguendo la rotta dei loro viaggi stagionali.....

... Proprio così era già accaduto alle elementari. L'avevano più che promosso, spedito alla scuola media, affibbiato a un altro corpo insegnante perché si provasse a respingerlo, si assumesse la responsabilità di eliminarlo....”

Ugo Pirro Mio figlio non sa leggere, Biblioteca Universale Rizzoli, MILANO 1984

domenica 6 gennaio 2008

DISLESSIA METODO DI RECUPERO 5^ tappa

ATTIVITA’ DI GENNAIO

SCUOLA E DISLESSIA: LA FAMIGLIA

5^ fase

Le seguenti due schede sono da utilizzarsi per leggere con il solito sistema della battuta sia durante le vacanze natalizie che dopo il ritorno a scuola.
Ora il bambino può scrivere autonomamente semplici parole bisillabe sotto dettatura.
E’ una fase che richiede molta attenzione, affinché il bambino si senta sempre in grado di fare lo sforzo e conquistare il risultato: attenersi quindi strettamente alle norme di comportamento ampiamente descritte nelle fasi precedenti,
in particolare quella di non dar mai peso agli errori: non occorre sottolineare l'errore, basta ripetere. Invece gratificare i successi!

Nell’eseguire le schede qui indicate è importante che il bambino scandisca bene le sillabe, accentuando la voce sulla sillaba finale di ciascuna: nAsO, ecc.

Tenere conto che soprattutto la lettura delle parole intere è ancora difficoltosa e richiede maggiore esercizio e incoraggiamento.


Se il B si trova spesso in difficoltà davanti a parole nuove, tornare un po’ indietro, rifacendo i giochi descritti o altri a piacere, che favoriscano l’analisi orale delle lettere, delle parole, delle frasi.
Quando il bambino leggerà con sicurezza e sufficiente ritmo le parole bisillabe, si potrà passare a quelle trisillabe semplici: tavola, colore, ecc..
Dopo la metà gennaio, alcuni giorni dopo il ritorno a scuola dalle vacanze natalizie, sarà possibile cominciare a seguire normalmente quanto viene fatto in classe, anche per quanto riguarda la lettura.
Per tale motivo si può aiutarlo mentre legge, suggerendo le parole più complicate o lunghe …. ma senza esagerare nell’aiuto e ritenendolo soltanto un momento di passaggio!

(seguirà a febbraio la 6^ tappa)



PRIMA ELEMENTARE CHI CHE GHI GHE

LEGGERE E SCRIVERE
CHI - CHE - GHI - CHE - CI - CE - GI - GE

Anche l'introduzione di queste sillabe viene fatta con una storiella fantasiosa, che coinvolge i bambini nelle vicende di alcune famigliole cui manca l'h , che poi ritrovano ......
il tutto ben illustrato dal cartellone e seguito da qualche scenetta in classe.


Per rafforzare il riconoscimento e il corretto uso sono ricorsa ad un altro "gioco dell'oca" adattato all'esigenza.

Per approdare, infine, alla scrittura delle sillabe e al raggruppamento in insiemi logici delle parole che le contengono

PRIMA ELEMENTARE – QUI QUO QUA QUE

APPRENDIMENTO DELLA SILLABA CON IL QU...

Come sempre, l’introduzione avviene prima attraverso un’attività che coinvolga gli alunni emotivamente e con il “fare": storielle e scenette in classe, coinvolgeranno subito i bambini.
Seguirà quindi un’attività di coloritura di schede, di disegni autonomi, ecc. che fissino le sillabe in questione: cosa è meglio dei tre nipotini (più cuginetto) del celebre Paperino?

I bambini potranno usare le nuove sillabe scrivendo autonomamente (vedi le schede sotto).
Anche quando i bambini già scrivono quasi tutti in corsivo, è bene utilizzare lo stampatello maiuscolo, a loro più familiare, per la “novità” linguistica introdotta.
Seguirà quindi anche la lettura in stampatello minuscolo.

Poiché di frequente i bambini confondono, nello stampatello minuscolo, la p dalla q , come la d dalla b ho approntato un “gioco dell’oca” che aiutasse a superare queste difficoltà.



lunedì 24 dicembre 2007

SCUOLA ELEMENTARE - IL CALCOLO MENTALE

SCUOLA ELEMENTARE
GIOCO - MOVIMENTO -
CALCOLO MENTALE

il gioco del cambio di posto

Ho inventato questo gioco, inizialmente, per far muovere i bambini tra un’attività e l’altra, ma esso costituisce anche un ottimo espediente per sviluppare le strutture mentali relative al calcolo.

Questo gioco si può utilizzare per intervallare attività sedentarie e si protrae per non più di dieci minuti in prima, per arrivare ad un massimo di venti in terza o quarta.

· I banchi devono essere disposti nell’aula in gruppi (l’ordine può dipendere dalle attività in essere precedentemente!).

· I bambini si pongono in piedi dietro la sedia. Al comando si muovono.

· Quando tutti hanno compiuto il cambiamento, si procede al controllo e alla soluzione delle controversie (può accadere che ad uno stesso posto si trovino due bambini e bisogna ricontare tutti insieme).

· Il movimento può avvenire in senso orario o in senso antiorario, secondo quanto stabilito dalla classe in precedenza.

· Ogni bambino deve spostarsi di tanti posti (intorno al proprio gruppo o attorno ai vari gruppi; in questo ultimo caso deve conservare la posizione originale anche nel nuovo gruppo) quanti sono i numeri enunciati: CAMBIO 1 - CAMBIO 8 - CAMBIO 6. Il posto di partenza rappresenta sempre lo zero.

· Mano a mano che i bambini acquisiscono abilità, il gioco diventa più complesso:i numeri si devono sommare, sottrarre, raddoppiare, moltiplicare, ecc..

· Con il procedere dell’iter scolastico è possibile arrivare a scrivere alla lavagna una vera e propria “espressione” (in quarta e quinta classe) con tanto di parentesi tonde, quadre e/o graffe per operare i calcoli con la giusta priorità.


lunedì 10 dicembre 2007

PRIMA CLASSE ELEMENTARE - PRENDERE APPUNTI

Fin dai primi giorni di scuola è opportuno abituare i bambini a compiere brevi uscite dalla scuola con uno scopo:

- per raccogliere foglie secche scoprendo da quale albero sono cadute per poi classificarle in classe a seconda della forma, grandezza, colore o altro,

- per osservare i tetti delle case o i marciapiedi, per verificare le ipotesi appena fatte in classe

- vedere i fiori del cotone

- per osservare quanto gravita attorno alla vicina stazione, ecc

I bambini vengono abituati ad uscire muniti di una matita ed un blocchetto sul quale potranno disegnare velocemente quanto vedono o anche scriverlo con una “parola chiave” (non appena sono in grado di farlo), tanto per ricordarlo in classe allo scopo di ricostruire le “immagini” di quanto osservato o di raccontare la “successione temporale” di quanto vissuto.

domenica 9 dicembre 2007

PRIMA ELEMENTARE – TOMBOLA SILLABICA

DIDATTICA DELLA LINGUA - IL RICONOSCIMENTO SILLABICO

La tombola è un gioco che diverte molto i bambini, ma non bisogna protrarla per più di 15 minuti circa.


Il “cartellone” è composto da quattro quadri cui corrispondono i cartoncini contenuti in un sacchetto o suddivisi in modo congruo.

I quattro quadri (con i quattro sacchettini) possono essere assegnati ciascuno ad un gruppetto di bambini, oppure utilizzati da tutta la classe, con uno, due, tre o tutti e quattro i quadri, lasciando volta per volta la scelta della modalità ai bambini.

A parte ci sono poi le schede (da distribuire una per bambino) corrispondenti al cartellone (v. esempio)


Dapprima si daranno delle “cartelle” con lettere molto grandi, ma con numero di sillabe ridotte.

In seguito le lettere si possono preparare più piccole e le cartelle più piene o darne due o tre a ciascun bambino.

Chi riempie per primo tutta la “cartella” fa tombola e ha diritto a condurre la nuova tombola, estraendo i cartoncini dal sacchetto.


sabato 1 dicembre 2007

DISLESSIA METODO DI RECUPERO 4^

ATTIVITA’ DI DICEMBRE

SCUOLA E DISLESSIA: LA FAMIGLIA

4^ fase

Procedere con le liste per la ricerca di vocali e consonanti, maiuscolo e minuscole, in rigoroso ordine.

Alla “lista” andrà abbinata la scheda che ho preparato io, utilizzando le indicazioni e , solo se possibile, facendo coincidere una data scheda con quanto si fa in classe.

Man mano che il B si sente abbastanza sicuro (non più di due errori alla seconda ricerca o lettura), operare un graduale passaggio dalla lettura in verticale (caratteri grandi) alla lettura in orizzontale delle sillabe, cui segue quella di parole bisillabe, poi con le doppie, quindi con tre sillabe e infine a quelle che presentano vicinanza di consonanti (es.: corte, metro, costo, ecc.)

In questa fase è importante assicurarsi che il B individui senza incertezze l’inizio e la fine delle parole scritte, dapprima una sotto l’altra e poi una accanto all'altra.

Passare quindi (con estrema gradualità, pronti a tornare indietro ad ogni incertezza) ai caratteri più piccoli, alla parola con l’articolo, alla breve frase (tutto anche in verticale), seguendo per quel che è possibile, quanto viene appreso a scuola da tutta la classe.

Il bambino sarà comunque rassicurato nel vedere che in classe l'attività è spesso simile a quella che lui sperimenta a casa, si sentirà gratificato dal fatto che è in grado di assolverla al meglio e non si sentirà in nulla discriminato.

Dopo circa tre mesi di attività è probabile si possa pervenire alla lettura in orizzontale per tutti i bambini in difficoltà dislessica ed alla concomitante scrittura.

Raccomando di seguire sempre con pignoleria le accortezze già suggerite nelle altre fasi, in particolare quella di non dar mai peso agli errori: non occorre sottolineare l'errore, basta ripetere. Invece gratificare i successi!

Seguirà a gennaio la 5^ fase


domenica 25 novembre 2007

QUARTA CLASSE ELEMENTARE - LE CITTA' MURATE

STORIA ... VISSUTA
LA CITTA' MURATA

I bambini hanno appreso l'uso corretto del taglierino già in terza elementare.
Hanno anche acquisito delle tecniche per costruire semplici strutture di cartone.

Ora, tutti insieme, hanno realizzato UNA CITTà MURATA, COMPLETA DI TORRI, BORGHI E TESSUTO URBANO INTERNO.

Ogni tanto la città, che normalmente se ne sta smontata nella libreria di classe, torna a vivere, occupando tutto lo spazio dell'aula e dando modo ai bambini di giocarci costruendo storie, tutte strettamente legate al periodo storico relativo.

La struttura è del tutto smontabile e, come accadeva nella realtà antica, riutilizzabile con l'aggiunta di ulteriori strutture, per "allargare" il perimetro cittadino.

lunedì 19 novembre 2007

PRIMA ELEMENTARE - LE TABELLE

ACQUISIZIONE DELLE INFORMAZIONI - I PRIMI PASSI
LE BASI DI UN METODO DI STUDIO

E' importante che i bambini imparino subito a completare, leggere, costruire una tabella.
La gradualità è essenziale, ma presto i bambini apprendono che dalle tabelle è possibile trarre molte informazioni "non scritte", in modo chiaro e ordinato, tali da poter essere utilizzate in altri contesti.
E' il primo passo per "imparare un metodo di studio"

venerdì 16 novembre 2007

CLASSIFICAZIONE - VIVE - NON VIVE

PRIMA CLASSE ELEMENTARE - I CARTELLONI
settembre - Una prima classificazione: Vive - Non vive


il cartellone è fatto al terzo giorno di scuola, come riassunto visivo della conversazione avvenuta con i bambini.
Ciascun bambino ha incollato sul cartellone "al posto giusto" il proprio disegno (colorato e ritagliato) , che ho indicato scrivendone il nome in stampatello maiuscolo accanto.

L'obiettivo di questa attività è di "mettere ordine" nelle conoscenze ancora non consapevoli dei bambini: è un primo approccio ad una classificazione logica della realtà da essi percepita.

La visualizzazione di categorie e sottocategorie racchiuse nei "recinti" dà ai bambini anche una prima infarinatura di come sia possibile "leggere" velocemente nell'immagine una informazione che, con le sole parole, può essere piuttosto lunga e complessa.

mercoledì 14 novembre 2007

DISLESSIA METODO DI RECUPERO 3^

ATTIVITA’ DI NOVEMBRE

SCUOLA E DISLESSIA: LA FAMIGLIA
3^ fase

Utilizzare ogni giorno ancora la ricerca delle lettere sulle “liste” verticali per almeno 10 minuti iniziali - non forzare mai a fare la ricerca, ma cercare di convincere il bambino.

Raccomando di non dare mai fretta al bambino, anzi è meglio occuparsi di qualche faccenda mentre lui cerca la letterina giusta da cerchiare.

Non rilevare MAI gli errori, ma tenerne conto solo per far ripetere (il giorno dopo) la medesima ricerca.

Mano a mano che il B riconosce con una certa sicurezza la lettera assegnata si può proseguire con la ricerca di altre lettere (consonanti o vocali, maiuscole o minuscole)

Terminata la ricerca delle lettere, si passa all’esecuzione della scheda n. 1 battendo le mani tra loro (consonanti) e sul tavolo (vocali), come facciamo anche tutti insieme a scuola. (il simbolo “punto” posto sotto la vocale indica il battere sul tavolo, il “___“ sotto la consonante indica invece il battere delle mani tra loro.
Il battere sul tavolo è più forte, per aiutare il B a scandire sillabe e parole correttamente.

Se il bambino “sbaglia” nella “battitura” della vocale o della consonante più di due volte, far ripetere senza dire “hai sbagliato”: lui ripeterà tranquillamente senza porsi problemi.

NON ripetere più di tre volte! Se ci sono troppi sbagli ancora, ripetere la stessa sequenza il giorno dopo.


Quando la scheda n.1 può definirsi acquisita, si esegue la scheda n. 2, qui a lato, - in concomitanza a quanto viene appreso a scuola tutti insieme, seguendo con pignoleria le avvertenze che ho annotato.

Far disporre al bambino stesso sul tavolo, a caso, i cartoncini (lasciando spazi di almeno 5 cm tra uno e l’altro). La disposizione può avvenire tanto in verticale che in orizzontale: lasciar scegliere al bambino.

Una volta disposti i cartoncini cantare insieme a lui il “concertino” delle sillabe scritte sui cartoncini.

Farlo per tre, quattro volte, cambiando ogni volta la disposizione, sempre lasciando che il B si diverta a disporre lui la sequenza (sorvegliare solo gli spazi).

Invitare il bambino a formare con i cartoncini delle “frasi”. (La parola con l’immagine viene memorizzata in quanto figura).

Leggete voi la frase formata e chiedete poi al bambino se gli pare “giusta” (nel senso che abbia un significato): se non lo ha fargli ripetere la sistemazione in un altro modo.

Fare questo per un tempo non superiore ai 12 minuti, sempre senza dar peso agli errori e ripetere ogni giorno, magari aggiungendo qualche sillabe di quelle fatte a scuola.

DISLESSIA - COME GATTONA TUO FIGLIO?

Di Dislessia si può guarire in qualche mese con un metodo appropriato: tutto dipende dal tempestivo intervento dell'insegnante e del genitore.

Poco alla volta Umberto, che ormai ha raggiunto i quindici anni, riesce a superare quasi del tutto la dislessia, a scrivere con fluidità, a leggere.
Ugo Pirro Mio figlio non sa leggere, Biblioteca Universale Rizzoli, MILANO 1984


IL METODO DI LETTURA VERTICALE


Dalle ricerche di Stanley (1975) risulta che ... il processo di trasferimento dell'informazione dalla memoria sensoriale visiva alla memoria a breve termine ha, per i bambini dislessici, una durata temporale più lunga della norma. Come abbiamo visto ciò provoca delle interferenze nel compito di lettura, in quanto nel momento in cui il dislessico legge una nuova lettera è ancora impegnato nel codificare quella percepita precedentemente. La lettura verticale elimina questo inconveniente, in quanto permette la codificazione delle lettere in modo da ovviare al sovraccarico che si viene a creare nella memoria...

Il metodo di lettura verticale, conosciuto da diversi anni in Romania, è stato utilizzato finora per il trattamento dei pazienti afasici. Si deve a Drevillon (1977) l'idea di servirsi di tale tecnica per il recupero delle turbe gravi della lettura...

Esso è molto semplice e si basa sulla presentazione vertica­le delle parole e delle frasi da leggere. Lo spazio di lettura appare quindi strutturato non più da sinistra verso destra, ma dall'alto verso il basso....

Il vantaggio dovuto all'applicazione del metodo di lettura ver­ticale è che il bambino impara realmente a leggere e non ad ese­guire un esercizio particolare. Ciò è possibile perché con la lettura verticale si affronta alla radice il problema. ...

Seguendo una progressione stabilita, al bambino vengono presentati dei nomi e poi delle frasi che si fanno gradatamente più complesse.

Sono sufficienti 10-15 minuti di esercizio quotidiano per vedere in tempi brevi dei buoni risultati. Il tempo massimo di rieducazione è di circa 3 mesi....

Esiste in realtà una duplice progressione in quanto c'è il passaggio da caratteri grafici relativamente grandi a caratteri via via più piccoli, fino a raggiungere la dimensione di quelli che normalmente si riscontrano nei libri e il passaggio da caratteri in stampatello a quelli in corsivo...

Quando il bambino appare sicuro nella lettu­ra verticale si può iniziare il passaggio alla lettura normale strutturata da sinistra verso destra. Diversamente da come si potrebbe supporre, il passaggio sarà facile, tanto più se il bambino avrà acquisito un ritmo di lettura verticale veloce.

Il metodo di lettura verticale non verrà a questo punto abbandonato del tutto e improvvisamente. Ogni volta che il bambino incontrerà una parola per lui difficile da "decifrare”, essa gli verrà presentata scritta verticalmente.

F.La Spisa - G.Sartori - Lettura e dislessia: teoria e metodi di rieducazione del bambino dislessico - Codex Editrice, 1979, Treviso


lunedì 5 novembre 2007

PRIMA CLASSE ELEMENTARE - CARTELLONI ALLA PARETE - 1

SIGNIFICATO DEL CARTELLONE - I PRIMI GIORNI DI SCUOLA

Esistono i cartelloni fatti dall’insegnante che assolvono una duplice funzione informativa:
- per un verso servono da promemoria per canzoni, storie, ecc.
- per un altro verso sono un richiamo non pedante a curiosità e desiderio di “sapere” presenti nei bambini

Esistono anche i cartelloni da appendere alla parete, composti da tutti gli alunni insieme, su un dato tema. Tale tecnica è estremamente motivante per i bambini: ciascuno disegna, colora e ritaglia il SUO disegno con grande entusiasmo e piacere. Quindi va ad incollarlo di persona sul cartellone steso a terra, che una volta finito verrà appeso alla parete.

In tal modo ogni alunno individua il proprio personale apporto al lavoro comune, lo “amalgama” a quello dei compagni ed è interessato a capire e leggere l’immagine che ne risulta. Farà spontaneamente dei confronti sulle soluzioni trovate dagli altri, molto utili per lo sviluppo psicopedagogico e dell'apprendimento scolastico.

Imparerà in tal modo che le “informazioni” possono essere anche “disegnate” per essere lette ed interpretate e che “lavorare insieme” consegue un risultato particolarmente soddisfacente.

I cartelloni alla parete rendono più familiare e conosciuta l’aula all’alunno e rappresentano anche una sorta di libro aperto sempre disponibile, un documento dal quale ciascun alunno può attingere informazioni per colmare le proprie esigenze quando vuole, un promemoria cui appellarsi.

E’ possibile fin dai primissimi giorni di scuola comporre qualche cartellone significativo, come la tabella per raccogliere informazioni sulla vacanza, accompagnata da quelli sugli ambienti (montagna, mare, campagna) o l’altra tabella per raffigurare i fratelli e sorelle che ciascun bambino ha.

Questo ultimo cartellone, inoltre, consente di scrivere il nome di tutti i bambini fin dal primo giorno, nome che rimane a disposizione per chi abbia spontaneamente voglia di ricopiarselo (succede!).

Su questi cartelloni, inoltre, sarà facile evidenziare le sillabe che mano a mano i bambini andranno imparando.

Non sempre i “cartelloni” sono costituiti da un manufatto cartaceo unico: si appendono alla parete anche le storie che vengono raccontate in classe (Tato e Tata, vedi sopra), poi disegnate semplicemente o messe in sequenza.


domenica 4 novembre 2007

LETTURA E SCRITTURA IN PRIMA CLASSE ELEMENTARE 5

VERSO LA COMPOSIZIONE SCRITTA
ANALISI DELLA STORIA – L’AMBIENTE – I PERSONAGGI – LA SEQUENZA


Fin dai primi giorni di scuola i bambini, anche se non possono leggere da soli, ascoltano volentieri la lettura di una storia.

E’ molto importante che l’insegnante legga storie in classe, seguite da una conversazione, la quale ha lo scopo di far sì che, tutti insieme, gli alunni individuino:

- l’ambiente della storia
- i personaggi della storia
- l' ordine delle sequenze della storia

Per capire bene il significato delle parole possono anche rappresentarle (il termine psicopedagogico è “drammatizzare”) con il proprio corpo.

Per esempio, nella frase “la volpe strisciò furtiva verso il pollaio” , la parola “furtiva” è per lo più sconosciuta ai bambini. Ma non occorre spiegarla: è sufficiente che durante la lettura il tono di voce dell’insegnante dia la giusta coloritura alla frase.

Si inviterà quindi il bambino a farsi “volpe” e percorrere un tratto dell’aula “verso il pollaio” esemplificando con il proprio comportamento il significato della frase.

Gli stessi compagni dovranno esplicitare se, a loro avviso, il significato della frase coincide con il comportamento del compagno.

Prova prima un bambino/a, poi un altro, poi un altro (ovviamente devono sempre venire a scuola in tuta, per razzolare comodamente per terra!).

Si ripete la lettura per ciascuna verifica, cercando di capire come e perchè la volpe si muova in quel modo verso il pollaio.

Infine, dopo quattro-cinque tentativi, il risultato viene raggiunto.

Leggere le storie è la cosa importante, ma non è opportuno un pignolo smontaggio per tutte o una pedante comprensione del significato di tutte le parole... tempo al tempo.

Basta farlo una o due volte a settimana per raggiungere lo scopo didattico, che è quello di usare la lingua per comporre una sequenza comunicativa organizzata ed efficace (in quinta classe).

Una volta letta e compresa la storia, si procede, conversando, al suo “smontaggio” :

ambiente – personaggi – sequenza

Quindi ad ogni bambino viene assegnato il compito di “disegnare” una delle tante parti. Fino a quando i bambini non sanno scrivere, è l’insegnante che scriverà la “didascalia” sotto ciascun disegno (parola che viene appresa subito dai bambini, come “titolo”) in stampatello.

Completati tutti i disegni, si ricompone la storia sistemando i disegni nell’ ordine giusto.I disegni possono anche essere assemblati in modo da costituire un libretto per la biblioteca di classe.

Ecco dunque un nuovo PRODOTTO COMUNE nel quale ciascuno può riconoscere il proprio APPORTO INDIVIDUALE.

Alcune storie di esempio:
BIANCANEVE E I SETTE NANI
IL PADRONE AVARO
I MUSICANTI DI BREMA

venerdì 2 novembre 2007

LETTURA E SCRITTURA IN PRIMA CLASSE ELEMENTARE 3

SI - NO - NON SO - ? - !
Espressività del linguaggio


Già a fine settembre, sempre sulla scia del Concertino ho potuto introdurre SI - NO – NON SO – PUNTO DI DOMANDA – PUNTO ESCLAMATIVO -

Quest’ultima cosa mi è apparsa assai importante per dare ai bambini il senso espressivo di quanto si dice (e si legge/scrive).

Essi dovevano porsi tra loro delle domande “vere” e darsi delle risposte “vere”, mettendo l’enfasi sul punto espressivo.

Per esempio un alunno nascondeva le mani dietro la schiena e chiedeva al suo compagno: “Vedi le mie mani?” e quello doveva rispondere “Si” o “No” e poteva farlo con o senza il punto esclamativo, a seconda della forza della sua risposta.

Avevo anche preparato per ciascun bambino tre cartellini che dovevano alzare in silenzio e mostrarmeli in risposta ad una mia domanda “vera” (Ho la borsa? – Le mie scarpe sono gialle? - Cosa c’è nella mia borsa, ecc.).

La domanda era rivolta inizialmente a tutto il gruppo e poi singolarmente, in modo da consentirmi il controllo dell’apprendimento su ciascun alunno.

LETTURA E SCRITTURA IN PRIMA CLASSE ELEMENTARE 4

distinguere la p e la “q




la lettura delle due consonanti p” e “q è molto difficile per alcuni bambini, che continuano a lungo a far confusione.

Ecco quindi inventato un gioco dell’oca ad hoc, da giocarsi con un solo dado a soli tre numeri (1 -2- 3).

Capitando nella casella della lettera, bisogna trovare una parola che la contiene (vale anche se già detta da altri).


mercoledì 31 ottobre 2007

DISLESSIA METODO DI RECUPERO 2^

SCUOLA E DISLESSIA: LA FAMIGLIA
2^ fase (la prima è durata circa un mese)

Il bambino ormai riconosce con sicurezza sufficiente vocali e consonanti (stampatello maiuscolo e minuscolo) quando le cerca nelle liste verticali.

E’ importante proseguire sempre anche con gli esercizi per migliorare la lateralizzazione , con quelli di ritaglio e collage per raffinare le capacità oculo motorie, ecc.

Per quanto riguarda l’apprendimento di lettura e scrittura si passa ora ad una fase che ripete quanto fatto a scuola da tutta la classe, cioè la “battuta” per distinguere vocali e consonanti e imparare a scandirle e a riconoscerle con sicurezza.

Il bambino dislessico dovrà “giocare” a casa propria varie volte (per non più di cinque o dieci minuti), scandendo parole bisillabe che chi lo guida si sarà precedentemente annotate.

Man mano che il concertino andrà ampliandosi con il riconoscimento di alcune facili sillabe, sarà possibile costruire “schede di lettura” nelle quali il puntino posto sotto la vocale e la linea sotto la consonante ne indichino la natura e possano essere lette ... in battuta.

Anche questo esercizio deve avere un tempo ridotto, non più di 5 minuti circa.

In particolare per il bambino dislessico potranno essere inizialmente predisposte delle schede con le parole scritte in verticale, per passare poi abbastanza velocemente alla scrittura orizzontale delle stesse parole.



In un secondo tempo (ci vogliono circa un paio di mesi) si faranno leggere anche delle sillabe “senza la battuta e senza il segnale”

Nel contempo le attività svolte da tutti gli alunni della classe: scrittura degli ideogrammi, giochi di ricomposizione, lettura e poi realizzazione di prime semplici tabelle aiuterà sempre più il bambino dislessico a conquistare la dimensione “orizzontale”, senza che venga mai escluso dal gruppo dei compagni.

LETTURA E SCRITTURA IN PRIMA CLASSE ELEMENTARE 2

DISTINZIONE DI VOCALI E CONSONANTI
La battuta delle mani

L’ esercizio gioco è molto divertente e un po’ chiassoso: viene svolto in classe da tutti i bambini contemporaneamente e può essere fatto oralmente con gran loro divertimento fin dal secondo giorno di scuola (per un tempo non superiore ai 10 minuti)

Il gioco consiste nella “battuta” di parole (bisillabe: RANA, CANE, LUCE, VELA, VADO, TATO, TATA, meglio se suggerite dai bambini stessi, ecc.), scandite ad alta voce, battendo con forza ambedue le mani sul tavolo (ai bambini piace molto) per distinguere la prima sillaba o la vocale e invece battendo le mani tra loro per distinguere la seconda sillaba o la consonante.

Dapprima si batteranno le sillabe intere: RA-NA. In un secondo momento con la scansione precisa di VOCALE (battuta sul banco) e CONSONANTE (le mani tra loro).

La distinzione viene facilitata dal ritmo stesso delle parole (prima semplici bisillabe e poi trisillabe ) e dal fatto che viene svolta insieme ai compagni.

Tale fase “parlata” e “agita” precede quella della scrittura/lettura di semplici parole bisillabe e trisillabe, conquistate mano a mano con il concertino e con la scrittura iconica, ma può essere ripresa in qualunque momento per correggere qualche errore.

Si potranno scrivere alla lavagna (in modo da invogliare i bambini alla lettura) le parole da scandire segnandovi sotto i simboli di punto (vocale) e linea (consonante) .

In tale caso è opportuno scrivere un massimo di cinque parole e poi farle scandire più volte con il “ritmo del treno”, cioè prima molto lentamente e poi via via, ogni volta che si ripete, sempre più velocemente, è piuttosto divertente!

Questa ultima modalità costringe i bambini anche ad un positivo autocontrollo, in quanto tutta la serie di parole dovrà, di volta in volta, conservare la stessa “velocità”.

E' opportuno ripetere la sequenza (di tre velocità circa) non più di due, tre volte.

E’ importante non sottolineare mai l’errore, tanto prima o poi verrà corretto!

martedì 30 ottobre 2007

PRE LETTURA E PRE SCRITTURA


In concomitanza con il concertino, con le canzoni, i bambini cominciavano a scrivere.

Naturalmente quanto veniva scritto non era copiato, ma dettato o autodettato.
Comunque sempre accompagnato dal disegno.

Importante anche predisporre materiale da ritagliare e incollare (abilità importanti da conseguire)

Tagliare e incollare possono motivare la scrittura in molte situazioni.

Per questo motivo, infatti, ciascuno bambino era fornito di forbicette tonde, EFFICIENTI.



LA PRE SCRITTURA

EDUCAZIONE DELLA MANO E DELLA COORDINAZIONE OCULARE



E' importantissimo che il bambino, pur se abituato ad usare matite e colori, abbia la capacità di tracciare segni con la massima precisione.





















Per questo, per parecchio tempo e non soltanto nel primo mese di scuola, è opportuno far loro tracciare disegni più divertenti delle nostre antiche aste, ma che abbiano lo stesso scopo.

Questa attività di disegno di quadretti, palloncini, onde del mare, ecc, poi colorata a piacere "ma stando dentro le righe" è svolta volentieri dai bambini e viene promossa in tutte le scuole.

INSEGNARE UN ALFABETO OBSOLETO

ALFABETO MONCO


Nelle scuole frequentate dai miei figli, esattamente come avveniva in quelle frequentate da me stessa alunna, si è sempre insegnato un alfabeto “monco”, cioè privo di quelle lettere “strane”, ritenute chissà perchè da molta gente, compresi molti insegnanti, estranee alla nostra lingua.

Tale prassi, in vigore anche ai nostri giorni, mi appare davvero del tutto incomprensibile.

Lettere “straniere” che sono peraltro presenti anche nel Panlessico italiano del 1839!

Poichè io stessa, a tutt’oggi, ho spesso dovuto scorrere con un certo disagio la sequenza sul dizionario .... la K viene prima o dopo la J e dove va piazzata la X?, ho pensato di fare un regalo ai miei alunni togliendo loro, preventivamente, quel disagio, impegnandomi ad insegnare l’alfabeto INTERO!

Ho applicato su di un grande e vistoso cartellone giallo TUTTE le lettere che compongono il nostro alfabeto, comprese la W, la X, la Y, come la J e la K e l’ho appeso in bella vista alla parete.

Come al solito, i bambini si dovevano applicare soprattutto fisicamente per apprenderne l’ordine (una volta che già conoscessero le lettere tramite il Concertino e i diversi giochi).

Per loro è stato un bel divertimento ed un sano esercizio fisico: il gruppo dei bambini in piedi, prese le opportune distanze per evitare collisioni, doveva insieme:

- battere le mani tra loro quando pronunciavano le VOCALI
- saltare più in alto che potevano per le CONSONANTI
- battere le mani sopra la testa per le lettere “strane”.

Quest’ attività era assai utile anche per rafforzare l’autostima di tutti i bambini, oltre che per intervallare periodi con attività più tranquille.
Va da sè che in breve tempo tutti, ma proprio tutti i bambini conoscevano a menadito la sequenza.

Ho utilizzato un sistema simile anche in seconda classe, per l’apprendimento mnemonico delle tabelline (pur se costruite in precedenza in modo logico dai bambini stessi)

Sono persuasa della utilità di svolgere attività (di qualsiasi tipo) che diano la possibilità ai bambini più lenti di sviluppare la propria competenza senza ansie, un po’ al seguito di quelli più veloci nell’apprendere.

Un esempio:
- leggere le istruzioni alla lavagna, del tipo “quando hai finito, esci in giardino”, subito comprese da alcuni e poi seguite anche da altri senza che costoro si mortifichino per la lentezza della lettura (per inciso, il “cosa fare” era spesso non da me enunciato, ma solo SCRITTO ALLA LAVAGNA utilizzando le conoscenze già apprese dagli alunni).

Nota: già mi ero “differenziata” dai colleghi, ostinandomi a compilare gli elenchi degli alunni su registri e bacheche secondo la legge “alunni in ordine alfabetico” e non, come era l’uso imperante, con elenchi separati per sesso, con la lista dei maschi precedente quella delle femmine.